La città del Sole


Il volo delle mongolfiere sopra al Golfo Agricolo è solo l’ultimo e più recente evento che l’amministrazione di Segrate ha organizzato per celebrare quello che, sulla carta, dovrebbe essere uno dei più importanti traguardi raggiunti durante la sua gestione della cosa pubblica.

In realtà non è esattamente tutto oro quello che luccica perchè a disposizione dei cittadini non ci sarà solo un ampio spazio verde, ma ci saranno anche migliaia di metri quadrati di erba da tagliare e smaltire regolarmente, una viabilità interna tutta da progettare e da costruire, un’illuminazione che renda sicura una eventuale passeggiata serale e molte altre opere che andranno realizzate – e relative centinaia di migliaia di Euro che andranno spesi – per non lasciare che il ritrovato paradiso diventi una giungla infernale.

Ma questi “voli” non sono una novità per l’attuale Giunta segratese.

Abbiamo tutti ancora negli occhi i rendering della “Piccola Atlantide”, l’avveniristica darsena che avrebbe dovuto galleggiare al centro del lago del Centro Parco e della quale, dopo l’iniziale entusiasmo e dopo aver lautamente compensato l’Architetto danese che l’ha disegnata, non vi è più alcuna traccia.

Oppure l’imponente “Chilometro Verde”, il progetto presentato a inizio anno alla presenza di Giorgio Gori che dovrebbe vedere dimezzata la Cassanese e la sua riconversione a parco pubblico attrezzato con piste ciclabili e spazi per lo sport.
Un altro progetto e un altro comunicato stampa che però non cita le svariate decine di milioni di Euro che servirebbero per realizzare l’opera, le migliaia di metri cubi di asfalto che andrebbero sollevati e smaltiti e neppure l’inevitabile incolonnamento di vetture e mezzi pesanti sull’unica corsia di marcia che rimarrebbe percorribile per servire le aree produttive che si affacciano su quella porzione di Cassanese.

Non si può non ravvisare in questi esempi una chiara strategia più votata al marketing che alla gestione amministrativa perché, come tutti ben sappiamo, se anche questi progetti andassero avanti e dovessero diventare esecutivi, il problema di reperire i fondi per realizzarli – e di convivere con le derivanti conseguenze urbanistiche – ricadrebbe sulla prossima amministrazione che dovrebbe farsi carico dell’onere di mantenere le promesse fatte da altri.

Nel frattempo però, il bagliore dei flash rischia di accecare i cittadini e non far vedere loro che la quotidianità è fatta di problemi reali come il Centro Intermodale, che aprirà una ferita di camion e squallore alle spalle dell’Idroscalo causando inenarrabili problemi di traffico agli amici di San Felice, o la sghemba ciclabile che entra ed esce pericolosamente dai muri delle vie di Novegro.

Non è però tutto perduto: esiste sempre da parte dei cittadini la possibilità di impegnarsi costruttivamente per dare il proprio contributo al fine di garantire alla comunità una prospettiva fatta di progetti sostenibili, sia sotto il profilo ambientale che sotto quello economico.

Segrate ha tutte le potenzialità per essere un modello e un’eccellenza in ambito urbano e civico, dobbiamo solo iniziare a costruire tutti insieme giorno dopo giorno un futuro fatto di concretezza e sostenibilità.